venerdì 24 ottobre 2014

Un po' di me...


Per chi non mi conosce o mi conosce poco è d’obbligo presentarmi. Sono Raffaele, ho 34 anni e sono di Napoli. Sostanzialmente sono e sarò sempre un vigile del fuoco. Ricordo che da piccolo, ogni qualvolta inseguivo situazioni pericolose, mia madre mi rimproverava e finiva col chiudermi in casa. Ora, mi pagano per farlo, quindi le ho chiesto di smetterla. Girare per la città nel buio della notte, aiutare la gente e i gattini impauriti è il mio lavoro. Mia madre, invece, continua a fare la maestra, una di quelle che ti mette con la testa nel libro se ti distogli dallo studio e non ti fa scendere a giocare con gli amici fino a quando non hai finito l’intero assegno. Quindi, per sopravvivere ho dovuto studiare, studiare tanto, fino a prendermi una laurea in ingegneria, ottima come base per una vita solida e concreta, certo, ma troppo pesante per lasciarti librare in aria e toccare i tuoi sogni. E qui che interviene mio padre, sociologo e ottimo poeta. Mi ha cresciuto a botte di fumetti, cinema e racconti fantastici, tanto che ormai sono convinto che la vita non sia altro che la trama di un fumetto a bivi in cui sei tu a decidere la prossima destinazione. Ed è la mia ultima scelta che mi porta qui.

Scrivere un romanzo è quello che uno meno si aspetta da un ingegnere che fa il vigile del fuoco, ma a volte è dalle cose più imprevedibili che si ottengono le più grandi soddisfazioni.

Un anno fa, ho cominciato a conoscere questi quattro ragazzi, i loro amici, le loro famiglie e le loro storie. Sono entrato nelle loro case e loro nella mia. Era bellissimo avere qualcuno da ascoltare, che ti raccontasse le sue giornate e ti rendesse partecipe dei suoi pensieri. Li ho ascoltati affascinato, catturato e incuriosito. Quando parlavo con loro, a volte seguivano i miei consigli, ma spesso preferivano fare di testa loro. Mi hanno accompagnato fino ad oggi, gioendo con me e risollevandomi nei momenti difficili. Alla fine sono diventati parte di me e ora non ne posso più fare a meno. 

Mi farebbe piacere farveli conoscere, raccontarvi le loro storie, le loro paure e le loro speranze, i loro amori e le loro difficoltà, le loro sconfitte e le loro vittorie.

Ho deciso di autopubblicare subito il mio libro al costo di un caffè, perché i miei amici in un cassetto non ce li metto, ma preferisco chiacchierarci al bar.
Spero che leggendo di loro anche voi ve ne innamoriate.

Raffaele Napolitano

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